Da un’indagine dell’Ocse emerge che l’Italia è il fanalino di coda tra i Paesi membri, con tassi di alfabetizzazione finanziaria in alcuni casi molto più che dimezzati rispetto a Paesi come la Germania, la Svizzera, gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda e l’Australia.
Un problema dovuto forse alla poca formazione scolastica, che si limita a insegnamenti teorici in corsi di scuola superiore di ragioneria e geometri, ma che forse è legato anche a una poca conoscenza della materia anche da parte della classe dirigente che, di conseguenza, non riesce o non vuole essere chiara nei confronti del cittadino.
Secondo l’Ocse «la non consapevolezza è indice di non razionalità e quindi di cattive scelte che inducono sempre più a pensare alla giornata senza costruire nulla per il futuro». I giovani si trovano oggi a dover fronteggiare situazioni e scelte finanziarie più impegnative di quelle vissute alla stessa età dai loro genitori. L’educazione finanziaria nelle scuole può produrre anche benefici “indiretti” per le famiglie: i giovani possono trasmettere in maniera più o meno volontaria le abilità e il senso di familiarità acquisiti anche ai genitori.
Dalla collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia e nell’ambito della promozione di Economic@mente®- Metti in conto il tuo futuro è nato il volume edito da Guerini e associati “Educazione finanziaria a scuola. Per una cittadinanza consapevole”. Il libro mette a confronto le proposte educative di diverse associazioni, fra le quali Anasf, impegnate in progetti formativi di natura finanziaria in tutta Italia.